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La grande lista degli ERRORI COMPORTAMENTALI – 4 parte

  1. Falsa memoria o falso ricordo: la memoria è una costruzione è un ricordo non autentico, o perché del tutto inventato, o perché derivante da altri ricordi reali, ma in parte alterati. Un falso ricordo può crearsi anche per aggregazione: da varie memorie distinte possono essere estrapolati frammenti che nella mente umana vengono ricombinati insieme.
  2. Principio dell’handicap: il segnale emesso da un animale è tanto più attendibile quanto più appare evidente lo sforzo (o spreco, o handicap) nell’emetterlo.
  3. Bias di denominazione: siamo più propensi a spendere banconote di piccolo taglio rispetto a quelle grandi.
  4. Processo decisionale difensivo: le persone prendono la decisione che pensano di poter difendere piuttosto che quella che pensano sia la migliore.
  5. Bias di conferma: interpretiamo le prove a supporto delle nostre convinzioni precedenti e, se tutto il resto fallisce, ignoriamo le prove che le contraddicono.
  6. Fallibilità economica: abbiamo una visione solo parziale e quindi distorta del mondo che ci circonda. (principio di George Soros)
  7. Riflessività economica: la nostra fallibilità può cambiare eventi o influenzare situazioni in cui siamo attori. Questo è perché un’interpretazione falsa di una situazione ci porta a compiere azioni inappropriate. (principio di George Soros)
  8. Effetto Zeigarnik: quando una persona non se ne va dalla mente.
  9. L’effetto Zeigarnik: prende il nome dalla psicologa Lituana Bluma Zeigarnik, che seduta in un ristorante di Vienna all’inizio del secolo scorso, notò uno strano comportamento da parte dei camerieri: “Ogni singolo cameriere sembrava ricordare perfettamente gli ordini ancora da servire, dimenticandosene immediatamente dopo che erano stati serviti”.
    Da brava studiosa, la dott.ssa Zeigarnik tornò nei suoi laboratori per testare, su un gruppo di partecipanti, una teoria che aveva in mente per spiegare lo strano comportamento dei camerieri. La psicologa russa chiese ai suoi partecipanti di svolgere una ventina di semplici compiti: risolvere dei puzzles, realizzare delle collanine, etc.
    Da simpatica burlona quale era, la dott.ssa Zeigarnik interrompeva ogni tanto i suoi partecipanti, scrivendo sul taccuino i compiti che stavano svolgendo quando erano stati interrotti.L’esperimento portò alla luce che ricordiamo due volte le informazioni relative ai compiti interrotti o incompleti rispetto ai compiti completati.
  10. Le euristiche: sono scorciatoie mentali che utilizziamo per semplificare la soluzione di problemi cognitivi complessi. Sono regole inconsce per riformulare i problemi e trasformarli in operazioni più semplici e quasi automatiche. 
  11. Euristica della rappresentatività: Questa scorciatoia mentale consiste nel fare inferenze sulla probabilità che uno stimolo (persona, evento, oggetto…) appartenga a una determinata categoria
    Esempio: ci presentano 3 persone ed una ci dicono essere un’insegnante. Appena iniziano a parlare 2 affermano di non gradire i bambini. L’euristica della rappresentatività ci farà pensare (non è detto giustamente) che la terza sia l’insegnante.
  12. Euristica della disponibilità: Questa euristica viene utilizzata per stimare la probabilità di successo, la frequenza di una categoria o l’associazione tra due fenomeni.
    Usiamo questa euristica se dobbiamo rispondere ad una domanda tipo:”qual è il reddito medio del paese?”. Pensiamo al nostro reddito e facciamo un’analisi se siamo sopra o sotto a quello medio.
  13. Euristica della simulazione: È la tendenza a stimare la probabilità di un evento in base alla facilità con cui possiamo immaginarlo. Più è facile creare un’immagine mentale di esso, più è probabile che si creda che un tale evento sia possibile.
  14. Trading sui rumors: le persone fanno trading e si sincronizzano sul sentiment piuttosto che sui fondamentali dei titoli.
  15. Riconoscimento di pattern illusori: in condizioni di incertezza, creiamo pattern (e ci operiamo) anche dove non ci sono.
  16. Paradosso di Jevons: è una tesi che nasce da un’osservazione dell’economista William Stanley Jevons, secondo cui i miglioramenti tecnologici che aumentano l’efficienza di una risorsa possono fare aumentare il consumo di quella risorsa, anziché diminuirlo.
  17. Ignoranza pluralistica: denota quel fenomeno per cui più individui si conformano a una norma di gruppo che non condividono solo perché sono erroneamente convinti che tutti gli altri la accettino. (ad es. Che i mercati non siano sopravvalutati).
  18. Principio di Pollyanna: le persone ricordano cose belle più che cattive. Prende il nome dalla protagonista dei romanzi di Eleanor H. Porter, una bambina capace di vedere solo il lato positivo delle cose. Gli esperti cercano di richiamare l’attenzione sui limiti o sugli aspetti preoccupanti di questa dimensione psicologica se portata allo stremo. Scegliere di concentrarci sempre e solo sull’aspetto ottimista della vita può alterare la nostra capacità di gestire le situazioni difficili.
  19. Illusione del controllo (Illusion of Control): è stata usata per la prima volta ufficialmente dalla psicologa Ellen Langer nel 1975. Pensiamo cioè di poter prevenire o gestire eventi su cui in realtà non abbiamo alcun potere. Un esempio molto banale sono i giocatori d’azzardo. In un esperimento, Langer ha dimostrato per esempio che quando lanciano i dati, i giocatori tendono a imprimere maggiore forza quando vogliono numeri alti, minore per i numeri bassi.
  20. Bias della negatività (Negativity bias): siamo più attratti  verso notizie/sentimenti negativi piuttosto che a quelli positivi. Perché le notizie negative circolano più velocemente die quelle positive? Il cervello umano risulta essere biologicamente predisposto e più sensibile alle notizie spiacevoli e agli stimoli negativi rispetto a quelli positivi questo per un’ovvia ragione: la sopravvivenza.
  21. Effetto della Pseudo certezza (pseudo certainty effect ): Nella teoria della prospettiva, l’effetto di pseudo certezza è la tendenza delle persone a percepire un risultato come certo mentre in realtà è incerto. 
  22. Resilienza psicologica: è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

A presto!

Precede http://www.giannigasparetto.it/2019/10/28/la-grande-lista-degli-errori-comportamentali-3-parte/

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